Arriviamo alla spiaggia
Arriviamo alla spiaggia. Ma. La spiaggia non c’è.
Sparita.
Sparita sotto stuoli di asciugamani. Mosaico multicolore da cui non affiora un granello di sabbia.
Cerchiamo di aprirci la strada nella foresta di ombrelloni con sottobosco di civili incivili.
– Guardate dove mettete i piedi, stronzi!
– Proprio di qui sovete passare, *** ****!?
Pasquale sentendo parlare la sua lingua, risponde in “dialetto”: “*** *******!”
Acrobati circensi, scavalchiamo, scansiamo, dribbliamo, spostiamo, pestiamo (Claudio), inciampiamo (Claudio). Per l’appunto. Claudio. Confezioni di birra in mano. Si è bloccato. Fissando un fondoschiena. Coperto, per modo di dire, da un costume puramente simbolico. Come quando devi studiare 300 pagine e ne leggi di malavoglia tre, giusto per dire che ti ci sei messo.
Nel frattempo Francesca, lo sguardo all’orizzonte, proclama “guardate bella l’Isola d’Elba … sarebbe proprio un’esperienza da fare…”.
Claudio, lo sguardo imperturbabile, fisso, sul culo esibizionista, dice, quasi tra sé e sé: “proprio bella l’Isola d’Elba … sì, sarebbe proprio un’esperienza da fare”.
Si volta. Mi guarda. Uno sguardo d’intesa. Ridiamo.
Pasquale commenta compiaciuto: “*** *****!”
Ridiamo.
Ripartiamo.
Facciamo altri tre metri. Altri fondoschiena in esposizione. Uno al fianco dell’altro. Rossi, blu, gialli, i costumi. La benzina sta per finire. L’acqua sta per finire. Sicuramente non sta per finire la stoffa. Ne stiamo facendo un uso pienamente sostenibile.
Pasquale anticipa tutti con un commento particolarmente articolato: “*** *****, guarda lì, ******* *******!”
Claudio si riblocca.
Mi riguarda.
– Non solo l’Elba … un po’ tutte quelle isolette … il Giglio … Capraia …
– Capraia … – le fa eco Claudio.
Fausto, che finora si era chiesto senza capire di che cosa stavamo parlando io, Pasquale e Claudio, scoppia in una risata sguaiata.
Francesca si volta. Ci scopre sghignazzanti a fissare culi in esposizione.
Mi dà un cazzotto in un rene.
Fortissimo.
– Su su … non devi essere gelosa! – le dico, pensando: meno male che si può vivere anche con un rene soltanto …
– Cretino! – cazzotto sull’altro rene.
– Ahi! – mi lamento, vedendo il mio futuro sotto forma di macchina per la dialisi.
– Te lo meriti … stronzo!
Troviamo uno spiazzo. A malapena sufficiente per due persone. Ci accatastiamo. Servirebbe un asciugamano a castello. Mettiamo a terra gli asciugamani. Ripiegati a metà.
Ci spogliamo.
O meglio, si spogliano. Io aspetto di vedere spogliarsi Francesca.
Francesca si spoglia.
Costume bianco. Terza misura.
O
H
M
I
O
D
I
O
– Smetti di guardarmi le tette! – mi rimprovera.
– Oops, scusa …
Fausto si spoglia.
Slippino tigrato. Tigrato.
Una cosa inguardabile.
Raccapricciante.
A stento raccontabile. Di fronte a certe cose le parole non possono nulla.
O
H
M
I
O
D
I
O
– Smetti di guardarmi il pisello! – mi rimprovera.
– No, guarda, non ti sbagliare … e mettiti il più possibile lontano da me! – puntualizzo.
Claudio non si spoglia. Beve nella sua uniforme vegetariana.
… continua…
A Francesca piace l’Isola d’Elba (Livorno)…
ogni riferimento a fatti, cose, isole e province è puramente casuale! 🙂
anche i riferimenti a colori di costumi e taglie???! perché tra Isola e costume bianco mi son sentita importante per 30 secondi! 😛
ogni riferimento a fatti, cose, isole, province, colori di costume e taglie è puramente casuale! 🙂
DOH! 🙁
se metti le faccine, poi mi tocca scrivere un racconto per te!
non farlo!!! 🙂
Sarebbe da brevettare l’asciugamano a castello 😉
sentiamo Elena … magari ci fa la prossima tesi!
dopo lo spirometro … l’asciugamano a castello!