Milioni di tv accese. Il telegiornale in onda. Una donna in lacrime. Un bebè in braccio. Una scena straziante.
Milioni di persone in ascolto. Commosse. In ascolto.
La madre in lacrime.
Il bebè in lacrime.
Anche lui sembra sapere. Anche lui sembra capire.
La madre si fa forza.
– Era un marito stupendo … dolce … sensibile …
Si interrompe.
Tira su col naso.
Si asciuga le lacrime con la mano libera.
– Metteva sempre me e Matteo … nostro figlio … davanti a tutto … e a tutti …
La mano a nascondere gli occhi.
Una carezza al figlio che sta urlando a pieni polmoni. Piangendo a pieni polmoni.
– Era via da quattro mesi … sarebbe tornato tra una settimana … l’avevo sentito questa mattina … mi aveva detto che mi amava … che ero la sua vita … – guarda il bambino – … che eravamo la sua vita …
Si interrompe.
Adesso piange a dirotto.
Dà un bacio in testa al bambino.
Lo tira a sé. Contro il petto.
Adesso piangono a dirotto.
Si chiude il collegamento in diretta.
Viene lanciato un servizio.
Un servizio con le reazioni di parenti e conoscenti.
Un ragazzo unico …
Era là per fare del bene …
Un angelo …
Il ragazzo della porta accanto …
Lui e la moglie erano due anime gemelle …
I genitori di lei : “per noi era un figlio!”
… continua…