Ironia della sorte. Due mesi dopo la cena al ristorante cinese mia madre si presentò sconvolta da mio padre che non era mio padre che stava giocando alla Play che era la Play. Mia madre che era mia madre guardò un termometro che non era un termometro e alzò gli occhi verso mio padre che non era mio padre.
Tra l’altro … la storia che mio padre non fosse mio padre è venuta fuori non più di sei mesi fa. Per caso. In ospedale. Durante delle analisi.
Mio padre l’ha presa con filosofia: “menomale!”
È stato allora che ho chiesto a mia madre chi fosse il mio padre biologico.
È stato allora che mia madre mi ha detto che è tuttora fortemente indecisa tra Fabrizio il piastrellista, Mauro l’idraulico, Carletto l’elettricista.
Era un periodo che nell’appartamento non funzionava niente. Anche perché chi veniva ad aggiustare finiva, per evidenti motivi, per non aggiustare.
Mio padre neanche sospettava. Il becco! [il cornuto!]
Anzi finanziava mia madre per far sostituire piastrelle che non venivano sostituite, far aggiustare rubinetti che non venivano aggiustati, far cambiare prese che non venivano cambiate.
Ironia della sorte. Due mesi dopo la cena al ristorante cinese mia madre si presentò sconvolta da mio padre che non era mio padre che stava giocando alla Play che era la Play. Mia madre che era mia madre guardò un termometro che non era un termometro e alzò gli occhi verso mio padre che non era mio padre.
– Sono incinta … – disse mia madre che era mia madre.
– Spostati, non vedo il monitor – disse mio padre che non era mio padre.
Mio padre era uno così. Uno con delle priorità.
– Sono incinta … – ha insistito mia madre. Ovviamente dopo essersi spostata e aver atteso la fine della partita. Quattro a tre ai rigori, dopo due supplementari carichi di tensione e cartellini gialli. Anche mia madre capiva che c’erano delle priorità. C’erano dei valori. La mia famiglia ha sempre avuto dei difetti, ma è sempre stata rispettosa dei valori. Di quelli sbagliati, per la precisione.
Mamma: Sono incinta.
Papà: No.
Mamma: Sì.
Papà: Ho detto no.
Mamma: Ho detto sì.
Papà: Il budello di tu’ mà! [la prostituta di tua madre!]
Mio padre era uno così. Nessun istinto paterno. Al più, grande senso del goal. Alla PES.
Mio padre era uno così. Nessun istinto paterno. Però nella settimana successiva neanche toccò la Play.
Di solito gli uomini, quando scoprono che la loro donna è incinta, smettono di toccarla.
Mio padre, quando scoprì che mia madre era incinta, smise di toccare la Play.
C’era de decidere che fare del “coso”.
Il “coso” ero io.
Ve l’ho detto. Ve l’ho ripetuto. Ve lo ripeto.
Mio padre non aveva nessun istinto paterno.
Ne discusse con mia madre.
Le proposte furono le più varie. Le più disperate. Le più disparate.
Spero che nessun assistente sociale stia leggendo questa mia biografia.
Le proposte furono le più varie. Le più disperate. Le più disparate.
Papà: “vendiamolo sul mercato nero degli organi.”
Mamma: “cestiniamolo.”
Papà: “differenziamo? I neonati si gettano nell’umido?”
Mamma: “barattiamolo.”
Papà: “con cosa?”
Mamma: “un cammello.”
Papà: “cosa ci fai con un cammello?”
Mamma: “due cammelli?”
Mamma: “affittiamolo.”
Papà: “perché non venderlo?”
Mamma: “ma con il fisco come la mettiamo? Dobbiamo aprire partita IVA?”
Papà: “lasciamolo alla vecchia … le è morto il cane da poco … le serve un animale da campagnia …”
… continua…
si ma si vede che non è il tuo padre biologico, da generazioni un membro della famiglia sacchini non vince una partita a iss pro! ahahahha
non dichiarare il falso!!!