Fuori ha ormai smesso di piovere.
Segno magari che la giornata sta per migliorare.
Segno magari che l’ultimo giorno della sua vita non sarà la solita giornata di merda.
A riprova di questa sensazione, suona il citofono.
Una sorpresa!?!
Claudio si chiede chi possa essere.
Non riceve visite da mesi.
Arriva di corsa al citofono.
Incredibilmente euforico.
– Chi è?
– Sono Antonio.
Solo che Claudio non riesce ad abbinare a quella voce nessun Antonio.
È spiazzato e finisce per aprire il portone e dire “sali”.
Pensieroso, sulla soglia, aspetta che dalla tromba delle scale spunti la testa di Antonio.
Antonio Carlini, ex compagno di squadra?
Antonio Maiello, ex fidanzato di Maria ‘la sguattera’?
Antonio Corsini, collega?
Ma no … non era la voce di nessuno di loro …
Claudio cerca di fare mente locale e di pensare ad altri Antonio che possano venire a trovarlo il giorno del suo compleanno, ma l’unico Antonio che gli viene in mente su due piedi è Cassano e, il sorriso sulle labbra, sente di escluderlo, anche considerando che il Milan gioca a Cagliari stasera.
Non sorrideva da una vita.
È bastata una visita inaspettata. E ora è lì, eccitato, con un sorriso ebete in volto, affacciato sulla tromba delle scale, a pensare stupidaggini. Un bambino cresciuto in attesa di Babbo Natale.
A volte basta una piccola cosa per migliorare una vita: un campanello che suona.
Spunta la testa di Antonio.
Effettivamente non è Cassano.
Chi cazzo è?
Spunta la testa di Antonio.
Spunta la rivista in mano ad Antonio: “Svegliamoci!”
Sparisce il sorriso ebete dal volto di Claudio.
Antonio è un testimone di Geova.
U N T E S T I M O N E D I G E O V A !?!
A volte basta una piccola cosa per rovinare una vita: un testimone di Geova.
Come sempre in questi casi, Claudio si ritrova a valutare immaginifiche scappatoie:
a) non-sono-in-casa-sono-uscito-devo-riferirmi-qualcosa?
b) mi-do-alla-fuga-per-le-scale-gridando-BOMBA! AAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!
c) prendo-un’accetta-e-faccio-a-pezzi-il-testimone-di-Geova-e-eventuali-testimoni-non-di-Geova-che-dovessero-cogliermi-sul-fatto
d) mi…
Ancora immerso in queste fantasticherie, allunga, senza rendersene conto, la mano verso quella del testimone e stiracchia una bozza malriuscita di sorriso di circostanza.
– Buongiorno! – dice il testimone.
Buongiorno un cazzo! – pensa Claudio.
– Buongiorno … – dice Claudio.
– Le rubo solamente cinque minuti …
… se sono cinque minuti …
Per i successivi CINQUANTACINQUE minuti Claudio si sorbisce lezioni bibliche non richieste.
Si limita ad annuire, sospirare in silenzio, annuire. È l’ultimo giorno della sua vita e sta spendendo un’ora dell’ultimo giorno della sua vita ad annuire, sospirare in silenzio, annuire ad un testimone di Geova.
Cinquantacinquesimo minuto.
– … perché tutte le tue domande trovano nella Bibbia tutte le loro … – il testimone si interrompe. E osserva Claudio. In attesa.
Non può fare sul serio!
Silenzio.
Il testimone lo fissa.
Fa sul serio …
– … risposte.
Il pensiero di Claudio torna con insistenza a quelle pillole in bagno.
Il testimone riprende.
Instancabile.
L’unica domanda a cui Claudio vorrebbe trovare risposta nella Bibbia in questo momento è: “quando se ne andrà ‘sto fottutissimo testimone di ‘sto cazzo?”
Alcuni minuti dopo, il fottutissimo testimone di ‘sto cazzo inizia finalmente ad accomiatarsi.
– Le lascio questo giornalino … è gratuito …
Fallo anche essere a pagamento!!!
– Quando posso tornare a discuterne con lei?
Dà anche la lezione per casa!?!
– Senta … non pos … senta … sono molto impegnato …
– Ma anche soltanto cinque minuti … come oggi …
SOLTANTO CINQUE MINUTI???
COME O G G I ? ? ?
Claudio, preso da neppure lui sa cosa, si sente alzare la voce, si sente rispondere in modo irrispettoso, si sente offendere il testimone: “senta! si levi di culo e non torni più! mi avete rotto il cazzo lei e i suoi cinque minuti di merda!”
Il testimone lo fissa.
Sgomento.
Sconcertato.
La bocca socchiusa.
Non sa cosa dire.
Non sa come reagire.
Spiazzato.
Offeso.
Certo gli era già successo di esser trattato così, ma mai così inaspettatamente. Un fulmine a ciel sereno. Quella persona fino a un secondo prima così gentile. Interessata. Pacata. Formale. Paziente. Rispettosa. Diventata improvvisamente una bestia.
Se ne va. Senza dimenticarsi di chiedere scusa per esser stato invadente ed aver augurato una buona giornata.
Claudio.
Sul punto di inseguire per le scale il testimone e chiedergli scusa. E chiedergli di tornare. Per altri cinque dieci quindici venti trenta minuti quanto vuole lei.
Claudio.
Rimane senza sapere che fare sulla soglia. Finché sente il portone chiudersi.
Senza quello che sarebbe stato un comprensibile botto.
Il testimone se ne era uscito senza neppure sbattere il portone.
Schiavo dei suoi mai e dei suoi sempre, Claudio si era appena ribellato.
E contro chi?
Contro una buonanima che la mattina, invece di dormire, si alza di buonora per cercare di fare la cosa che pensa giusta.
Contro una buonanima che neppure si è concessa il lusso di sbattere un dannatissimo portone dopo esser stata trattata di merda.
… continua…