Avrebbe dovuto aspettare mezzanotte.
Così si era prefissato.
Ma sono le 20 e 45 e non ne può più.
Sono le 20 e 45 e decide di farla finita subito.
Non può aspettare altre tre ore e un quarto.
Padre Nostro che sei nei cieli
Io con le lacrime agli occhi
Sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà
Io con le lacrime agli occhi io con le pillole in mano
Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti
Io con le pillole in una mano ed un bicchiere nell’altra
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Io ateo a pregare prima di suicidarmi
E non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male
Io ateo in ginocchio a pregare prima di suicidarmi
Sono squallido anche nel morire
Rimango incerto, titubante, le mani tremanti, incerto e alla fine
Amen.
Alla fine butto giù le pillole
Tutte.
Le pillole.
T U T T E
Cosa ho fatto? Dovrei cacciarmi due dita in gola? Se voglio tornare indietro è l’unica cosa che posso fare. Voglio? Come ho potuto? Il momento prima stavo pensando di non farlo. Un momento prima avevo capito che non l’avrei fatto. Come al solito. Un codardo. L’ennesima cosa lasciata a metà in una vita di cose lasciate a metà. Così l’ho fatto. Per essere più forte di me. L’ho fatto. Ormai l’ho fatto. L’ho fatto. L’ho fatto. E ora? Dovrei ficcarmi due dita in gola? Ricapitolazione. Muoio solo. Il giorno del mio compleanno. Il giorno del mio compleanno di cui nessuno NESSUNO N E S S U N O N E S S U N O si è ricordato. L’unico a venirmi a trovare: un testimone di Geova. UN TESTIMONE DI GEOVA!Il mio ultimo pasto: una Simmenthal. UNA SIMMENTHAL! Ai condannati a morte concedono l’ultimo desiderio. Cucinano aragoste. Bistecche. Io una Simmenthal. Dovendomi proprio suicidare, avrei potuto anche vivere un ultimo giorno più significativo, CAZZO D’EVA! Ma alla fine … era così che doveva finire … Nemmeno un’ultima sega decente. DIO CRISTO! Beh, sì … ho pregato … posso anche bestemmiare. Nemmeno sono riuscito a sbronzarmi. Nemmeno ci sono andato minimamente vicino. Lascio una casa in ordine e pulita. Un frigorifero pieno di pasti precotti. Una macchina superaccessoriata di cui non ho mai usato un solo accessorio. Un lavoro che non mi piace. Una vita che non mi piace. Vecchi amici che non sono più amici … … … CAZZO! CAZZO! CAZZO! Come la prenderanno? Si sentiranno in colpa! CAZZO! Non devono! Un po’ sì. Ma no! Non devono! Devo spiegare loro che non è così. Anche se in parte è così. Ma insomma sarebbe troppo davvero. Ma solo ora ci penso? Iperorganizzato nella vita, iperdisorganizzato nella morte. Cos’è?!? Un contrappasso dantesco?!?
CAZZO!
… continua…