– Ci facciamo una bevuta?
Usciamo dalla pista. Vediamo il bancone. Ressa. Assaltato come un camion di aiuti umanitari nel terzo mondo.
Viene quasi voglia di non bere.
Ma tanto… fino alle cinque dobbiamo stare qui.
Ma tanto… anche se non bevi, paghi lo stesso prezzo.
Se il primo punto può non essere convincente, il secondo lo è.
Ha inizio un’altra guerra. Guerra di posizione.
Mi passano avanti, devo cercare di contenere i danni.
Io che passi avanti? Fisicamente e teoricamente impossibile.
Venti minuti per guadagnare il banco.
Trenta minuti con in mano il biglietto della bevuta ed il braccio in cancrena a fissare la barman che serve tutti tranne me. C’è gente che era fuori dalla discoteca quando io mi sono messo in coda al bancone ed adesso è entrata, ha ballato, ha bevuto, è tornata a ballare, ha concluso con la bionda da paura e adesso mi sta passando avanti per il bis.
Sta a me.
– Un succo di frutta all’ananas.
Scetticismo profondo della barman.
Lo definirei: vero e proprio disorientamento della barman.
Crede di aver capito male. Sono costretto ad urlare: “UN SUCCO ALL’ANANAS!”
Mi guardo intorno. La platea attonita di fronte a tale affronto!
Il succo!
Mi devo esser perso l’aggiornamento della tavola dei Dieci Comandamenti.
Undicesimo comandamento: non bere analcolici.
Che ti facciano schifo o meno.
Che tu debba guidare o meno.
Che tu sia appena uscito da una casa di cura o meno.
Bere. Bere. Bere.
Lo vedi a non andare in chiesa?
Ti perdi gli aggiornamenti della dottrina.
Proprio te, Vaticano?!
… continua…
Che roba