Paride mi si fa incontro. In mano una spiga di grano. Di quelle finte. Di plastica. Presa da un vaso nel corridoio.
Non è una rosa. Non l’ha presa da un fioraio. È di plastica.
Ma fa sempre piacere.
Ero un po’ gelosa della maestra rubacuori Carla da Solvay.
Mi porge la spiga.
Gli dico, con un sorrisone: “ma grazie!!! Appena arrivo a casa, la metto in un vaso!”
– No, fammici il pane … ho fame!
Ecco.
Nemmeno il tempo di riprendermi da questo infame due di picche che…
TUUUM.
Tonfo sordo.
Alice, sonnambula dilettante, è caduta dal puffo nel sonno.
Accorro. La rialzo. Piange.
– UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
– Ti sei fatta male?
– UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
– Fammi vedere dove hai la bua…
– UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
– Ti sei addormentata, eh…
Smette di piangere di punto in bianco, con orgoglio e stizza, nemmeno le avessi offeso la mamma, grida “no!”, poi si ricorda che è caduta e deve piangere: UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
– Dai, dai, che ti ci do un bacino e passa tutto…
– UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
Arriva Rebecca e le dà una pedata.
– UUUUUUUUUAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!
– Cosa fai??? – la rimprovero.
– Non s’era fatta niente; almeno ora piange per qualcosa.
Ragionamento che non fa una piega.
– Sei in punizione – le dico, anche se la stimo di cuore.
Da buon seguace di Gandhi, fa quello che crede giusto e poi se ne assume le responsabilità scontando anche le punizioni ingiuste.
Beh, Gandhi era anche per la non violenza, ma è un dettaglio trascurabile.
La fermo, prima che se ne vada in punizione.
– Rebecca, chiedile subito scusa.
– Ma anche no – e se ne va in punizione.
Rebecca. Alias Mahatma Dexter Gandhi.
… continua…
Sarà successo anche questo fra di noi… ora capisco l’amore e odio fra me e rebecca!!!!
Ali, stai attenta … quella Rebecca è P E R I C O L O S A!!! 😉
Chissà sta ragazzina come sarà da grande!! o forse lo sappiamo… ahahahaha
… forse lo sappiamo … 😉