“La coscienza di Zeno“.
Il professore sadico del liceo ti ordina di leggerlo, pena dieci bacchettate sulle mani, cinque frustate sul culo, un cazzotto nei denti e un 2 a italiano. E tu pensi ‘neanche per il cazzo che lo leggo!’.
Anche perché sei veramente razzista verso i libri “scolastici”. Tra liceo, medie e elementari son tredici anni che leggi (o fingi di leggere) libri “scolastici” e l’unico che non ti ha fracassato i maroni è stato “Cuore di ciccia”. Era la terza elementare.
‘Quattrocento pagine di Svevo? … neanche per il cazzo che lo leggo!’ … e ti scarichi da internet sintesi e recensioni. Un quarto d’ora e ne sai più di quanto serva.
Passano anni. Tu sei a casa. Stai giocando al computer. Due metri più là c’è tuo fratello. Ride. Sta leggendo “La coscienza di Zeno”. Che cazzo avrà da ridere? Va beh … non ci fai caso … tuo fratello è uno strano … tifa per il Barletta, compone canzoni in latino e, a trentacinque anni, non si perde un episodio di Naruto. In giapponese. Coi sottotitoli. No, non ci fai caso.
Passano altri anni. Tu sei a casa. Ti annoi. Non sai veramente cosa fare. Ti capita per le mani “La coscienza di Zeno”. Ripensi al frastornato di tuo fratello. Inizi a leggere. ‘Annoiarsi per annoiarsi … meglio annoiarsi con un classico della letteratura … almeno poi puoi fare il finto acculturato in giro …’ Inizi a leggere. Eppure che non è così male … Inizi a leggere e inizi a pensare ‘assurdo!’, ‘un pazzo!’, ‘questo sono io!’, ‘anche a me il cervello funziona così!’, ‘ah ah ah’. Sì, “ah ah ah”, perché è un libro che fa ridere. Un libro assurdo, come tutti noi siamo un po’ assurdi, dietro un velo di “normalità”.
Un libro spettacoloso.
Cliccando su questo link, potete vedere la presentazione (un video di quattro minuti) de “La coscienza di Zeno” con un sacco di curiosità da parte di Giovanna Zucconi a “Che tempo che fa” … ve lo consiglio! 🙂
Volete dare una occhiata agli altri consigli di lettura? Eccovi tutti i consigli della Rubrica Dritte Storte
D’accordo con te.
Solo che a me è piaciuto anche alle superiori… e mi hanno preso per il culo tutti fino a giugno…
Sai che “Signor S.” all’inizio sta per Sigmung Freud???? Come poteva non piacermi un libro del genere…? *_*
che studentessa diligente! (e giustamente 😛 perculeggiata:-) )