Fulmine a ciel sereno

Racconto drammatico: “Da un giorno all’altro” (ultima puntata)

Fulmine a ciel serenoTutte le sere. Da anni.
Poi.
Poi una sera lui sparisce.

Suo nonno è morto qualche giorno prima. Ultimo di una sfilza di mille problemi.
Ne avevano parlato, parlato, parlato, sempre, ci avevano perfino scherzato su, avevano drammatizzato, sdrammatizzato, drammatizzato di nuovo. Ne avevano parlato, parlato, parlato. Per giorni.

Poi quella sera lui sparisce.
– Non ho voglia di parlarne.
Non ha voglia di parlarne.

Sparisce.

– Mi è presa così, scusa.
Gli è presa così.

Sparisce.

Lei rimane immobile. Il cellulare in mano. La comunicazione chiusa. Il cellulare ancora in mano. Ancora all’orecchio. La comunicazione chiusa. Chiusa come lui. Lei, chiusa. Chiusa fuori. Chiusa fuori da quella vita improvvisamente soltanto di lui. Fuori. Esclusa.

Sparisce.

Come? Perché? Ho fatto qualcosa di male? Ti ho offeso in qualche modo? Ti ho ferito in qualche modo? Ho esagerato in uno scherzo? Cosa è successo? Perché? Perché non vuoi parlarmene?
Tante sono le domande nella testa di lei.
Non una la risposta.
Lei non dice niente. Non chiede niente.
Non vuole invadere quello spazio che non è più suo. Non chiede niente. Più. Come dopo un divorzio. Svuotare gli armadi, fare le valigie e tornarsene a casa propria. Finisce sempre che lasci qualcosa. Lì. E lì rimane. Per sempre. Da lui. Un pigiama. Uno spazzolino. Un ricordo. Una domanda. Un perché. Per sempre. Lì.

Il giorno dopo lei aspetta. Aspetta. Aspetta.
Timida. Timorosa. Intimorita. Intimidita.
Quelle conversazioni al telefono erano la sua vita.
A lavoro poteva andare bene o male. Non importava. La sera c’erano quelle conversazioni. Al telefono. Con lui.
Tutte le sere.
Da anni.
Non quella sera.
Lui non ha richiamato.
Ha mandato un messaggio. “Scusami, è un momento così. Non so che dirti …”
Quel messaggio. Una porta chiusa. Serrata. Sbarrata. Sprangata. Mandata e doppia mandata.
Quella porta fino a poche ore prima spalancata. Riscontro di anime ed emozioni. Via vai di lui nelle cose di lei. Di lei nelle cose di lui.
Chiusa. La porta.
Lei chiusa fuori.

Lei gli scrive un messaggio: “Ti voglio bene. Davvero”
Lui le scrive un messaggio: “Anch’io. Non sai quanto. Non ho mai avuto un’amica come te”

Non si sentirono più.
Da un giorno all’altro non si sentirono più.
Da un giorno all’altro il sole smise di sorgere.
Da un giorno all’altro.

 

FINE

CLICCA QUI SE VUOI SCARICARE IL PDF CON IL RACCONTO COMPLETO
scarica gratis racconti

2 commenti su “Racconto drammatico: “Da un giorno all’altro” (ultima puntata)”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *