Di nuovo al pc. Apre la pagina Facebook.
M a t u t t o s i f a l e n t o .
Lo sguardo dal monitor passa al modem. Il led della connessione lampeggia intermittente.
Claudio bestemmia. Dentro di sé.
A mezza voce si limita ad un più diplomatico, ma comunque fuori dai toni, ‘maremma puttana’. Perché non si bestemmia. Anche se si è atei. Una questione di rispetto.
Frustrato, rimane per un po’ sulla sedia. Poi si allunga verso il telecomando. Accende la tv. Appare la faccia di Pippo Baudo. Spenge la tv. Scompare la faccia di Pippo Baudo.
Come è possibile che, da quaranta anni, appena accendi la tv, trovi la faccia di Pippo Baudo!?!
Uno sguardo al modem. Niente.
Si sdraia sul letto. Ogni trenta secondi getta un’occhiata implorante al led. Piccole eternità. Pensa. Guarda il led. Pensa. Guarda il led. Pensa. Rimugina. Sempre lo stesso pensiero. ‘Tutto questo sta per finire’.
Ecco! Ecco!
Il led è tornato fisso. Claudio si fionda rapace sul pc. Disperato. Aggiorna la pagina Facebook. Non funziona. Aggiorna di nuovo. Non funziona. Getta un’occhiata disperata al modem. Il led della connessione lampeggia intermittente. Indifferente. Insensibile. Crudele.
Impreca. Batte un pugno contro la scrivania. Sul punto di piangere. Ritorna sul letto.
Pensa di mettere un po’ di musica. Si alza e si dirige al reparto cd.
Tutti in ordine alfabetico.
Tutti originali. Robe che neanche a casa di un discografico. E non perché Claudio sia particolarmente amante della musica: a lui della musica è sempre importato poco. Semplicemente perché la pirateria è illegale.
Passa col dito sui cd. Non un filo di polvere. E non ne ascolta uno da mesi. Passa col dito sui cd senza sapere quale scegliere. La sua attenzione ricade su ‘A rush of blood to the head’ dei Coldplay, il preferito di lei, di Sofia. Non può fare a meno di rimetterlo su. Di riascoltare quel cd che lui ha sempre odiato. Ma che metteva sempre per far piacere a lei.
Torna sul letto. Rimane per un po’ lì. Sdraiato. A fissare il soffitto. A pensare a lei. A Sofia.
Ridà un’occhiata al led.
La connessione è tornata.
Si rifionda al pc.
Accede a Facebook. Si rende conto che è da mezzora che sta bramando il nulla. Nessun augurio. Neppure uno. Una notifica. Farmville. Lui nemmeno ci ha mai giocato a Farmville. Lui neppure sa cosa sia di preciso Farmville. Sa solo che le uniche notifiche che gli arrivano da settimane sono le notifiche di Farmville. Sa solo che odia Farmville. Un’occhiata alla home. Post inutili. Di gente inutile. Con cui non ha niente a che spartire. Foto di sconosciuti che sorridono. Che dicono che si sono divertiti davvero un casino l’altra sera. Che si sono divertiti davvero un casino in vacanza. Che la partita che hanno visto allo stadio è stata la più bella della propria vita.
Sarà.
Tutto questo essere stato bello, spettacolare, incredibile.
Sarà.
Quasi che ci sia un obbligo a divertirsi. O meglio, a dire che ci si è divertiti. Magari si cerca di convincere gli altri, così che convincano noi stessi. Magari si cerca di convincere noi stessi. Magari scriviamo di essere felici così che, quando rileggeremo le cose scritte mesi prima, anni prima, penseremo di essere stati felici. Di non aver sprecato la nostra vita. D’altronde perchè si sorride nelle foto? Chissà.
Fatto sta che il led segnala nuovamente che non c’è più segnale. Che, pensandoci bene, come segnalazione è abbastanza ironica. Claudio alza gli occhi verso l’orologio sulla parete. Il fottutissimo orologio a pendolo acquistato in un negozio di antiquariato, che, oltre a dover essere ricaricato con una chiave ad ogni piè sospinto, emette ininterrottamente quel ticchettio assordante dalla mattina alla sera.
Quando non ci pensa, Claudio riesce a non sentirlo.
Ma il problema è che ci pensa.
Spesso.
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Tentativo numero 10
21 dicembre
Ore 19.
– Pronto?
– Pronto, Nicola … sono Claudio!
– Beh, che sorpresa! Come va?
– Tutto bene, grazie.
Claudio esita per un attimo, in attesa di eventuali auguri.
– Anche io … grazie per avermelo chiesto ah ah ah – scherza Nicola.
– Ah, sì, scusa … volevo chiederti: non è che ti andrebbe di andare a vedere al bar la partita insieme?
– Mi dispiace, ma stasera non posso. Non siamo in città. Ho un impegno. Ci si vede una delle prossime sere semmai …Rambo, posa quel coltello! Ah, scusa Clà, i bambini …
Una delle prossime sere
– Non gli è ancora passata la fissa per il coltello?
– Eh, no … scusa Clà, ma meglio che ora io stia dietro ai miei figli, prima che Rambo sgozzi il Socio e mi tocchi parlare di figlio al singolare …
– Non ti preoccupare … salutami Rambo e Socio. Ciao Nico!
– Ciao Clà e scusa, ma sono straimpegnato … ciao!
– Ciaociao!
Claudio sospira.
… continua…