L’aveva conosciuta a Praga.
Frequentavano due classi diverse. Lui nella A. Lei nella E.
Entrambe le classi in gita a Praga.
Non si erano mai presentati. Non si erano mai neppure parlati.
Quel giorno erano rimasti gli ultimi due in fila al paninaro. Gli altri si erano riavviati verso il punto di ritrovo.
Lei non sapeva come tornarci. Non aveva senso dell’orientamento.
– Ci penso io – disse lui – ho preso prima come punto di riferimento la torre. Sai, mio padre ha l’hobby della caccia – soltanto dopo scoprì che lei era vegetariana – e mi ha insegnato certi trucchetti … non mi sono mai perso in vita mia …
Camminarono per quaranta minuti. Lui le raccontava di suo padre che scuoiava i cerbiatti. Soltanto dopo scoprì che lei era vegetariana. Lei annuiva. Pensando a quei poveri Bambi.
Camminarono per quaranta minuti. Tra quelle viuzze. Da sopra i palazzi ogni tanto appariva la torre.
– Di qua … fidati … ci siamo quasi …
Lei gli ricordò: “ma com’è che all’andata ci abbiamo messo cinque minuti per arrivare al paninaro e al ritorno stiamo camminando da quasi un’ora?”
Soltanto dopo lui scoprì che Praga era conosciuta come ‘la città delle cento torri’.
Lui si chiamava Claudio.
Lei si chiamava Sofia.
Alla fine riuscirono a tornare in albergo.
Alla sera.
Riaccompagnati dalla polizia.
Davanti a una bottiglia di rum. Una di quelle vecchie che erano del padre.
Claudio non ha mai toccato alcoolici in vita sua. Mai. Salvo lo spumante. Rigorosamente dolce. Rigorosamente un dito. Rigorosamente solo per le feste comandate.
Claudio. Davanti a una bottiglia di rum. Pensa che possa essere il giorno giusto per ubriacarsi. Pensa che, dopo quaranta anni da coniglio, sia giunto il suo giorno da leone.
Versa dalla bottiglia nel bicchiere e si chiede perché non si attacchi alla bottiglia. Il che farebbe quantomeno un discreto effetto scenico. Ma no. Educato anche nel prendere le sbornie.
Inizia a bere.
Finisce di bere.
Tra la prima e la seconda cosa, un sorso. Che sputa subito. Sul pavimento.
Oddio … non proprio educatissimo nel prendere le sbornie.
Non si capacita di come si possa bere una cosa del genere.
Non si capacita di non essere in grado neppure di sbronzarsi.
Neppure di sbronzarsi.
L’ennesima cosa lasciata a metà in una vita di cose lasciate a metà.
Passa lo straccio a terra.
Ripone la bottiglia al suo posto. Non un centimetro più qua. Non un centimetro più là. Al suo posto.
Precisa.
Lava il bicchiere.
Ripone il bicchiere al suo posto. Non un centimetro più qua. Non un centimetro più là. Al suo posto.
Preciso.
Luccicante.
Splendente.
Una cosa da pubblicità.
Una casa da pubblicità.
Una vita di merda.
Tentativo numero 2
19 dicembre
– Pronto Clà!
Almeno uno che mi riconosce …
– Ciao Manfre, mi hai riconosciuto subito!
– Sai, il display … la rubrica digitale … sono invenzioni grosse … non so se hai presente …
Ritratto tutto … ma, quantomeno, non mi ha cancellato dalla rubrica.
– Ah ah, giusto … senti … è un bel po’ di tempo che non ci vediamo [tre mesi, cazzo!] … ti andrebbe di uscire?
– Clà, guarda … fosse per me … anche subito! Ma il problema è che ho i bambini stasera e i miei sono usciti … non saprei a chi lasciarli …
Perfetto … escono anche i vecchi! E io a casa!
– Sì, sì … immaginavo … ho fatto un tentativo … a proposito: come stanno i pargoli?
– Ah, bene bene … sono lì che scrivono e colorano …
– Scrivono? Di già???
– Davide fa la seconda quest’anno e ha insegnato a Marco, il più piccolo. Il problema è che Davide, diciamo che non è un fenomeno in ortografia e in pratica sta devastando ogni futuro scolastico a Marco … ieri Marco mi ha portato un foglio con scritto “O 4 HANNI E Sò SCHRIVERE” … “ho” senza acca, “anni” con l’acca, “so” con l’accento e “scrivere” con l’acca.
…“so” si scrive senza accento?
– Ah ah, sono fortissimi i tuoi bambini! Salutameli, ok?
– Sì, sì … alla prossima allora …
Alla prossima, alla prossima, mi dispiace, non posso …
– Sì, sì … allora alla prossima!
– Ciao Clà!
– Ciaociao Manfre!
Ammazzati!
… continua…