Arrivano i primi. Che poi sarebbero secondi. Che poi sarebbero piatti unici. Che poi non si sa bene cosa siano.
Chi ha avuto l’idea di venire al ristorante vegetariano???
Io prendo la mia trippa di seitan (“la trippa di seitan? Per me, grazie”) ed inizio a mangiare. Finisco di mangiare proprio mentre la cameriera sta portando le polpette di ceci. Ho un flash. È solo allora che mi ricordo che io … sì … avevo scelto la trippa di seitan (“per me una trippa di seitan, grazie”)… ma poi ci avevo ripensato in favore delle polpette di ceci (“cancelli la trippa di seitan … prendo le polpette di ceci”).
È lì che realizzo che il piatto che ho appena divorato non era il mio.
Cerco di capire chi ho privato del suo piatto. Mi guardo intorno senza proferire parola. Con indifferenza. Come quando fai le puzzette in ascensore. Cercando di non suscitare sospetti.
È lì che realizzo che il piatto che ho appena divorato era di Benedetta.
Dopo l’antipasto, le ho divorato anche la trippa.
Incrocio lo sguardo della cameriera. Mi sto concentrando tantissimo per dirle con gli occhi “ti prego, non mi sputtanare! Ti prego!”
La cameriera capisce.
Grazie Signore! Grazie!
“La trippa di seitan l’ha mangiata il ragazzo là in fondo”.
Bastarda!!!
– IL PIPPETTARO? – urla Benedetta, sul piede di guerra.
– Sì – risponde la cameriera. Lo dice così. Senza ombra di dubbio sul fatto che, con tutta la gente al tavolo, il pippettaro sia proprio io.
Benedetta mi guarda.
Benedetta mi insulta.
Non mi sono mai sentito così odiato.
Faustino quel giorno mi guardava con occhi teneri ed affettuosi se paragonati a quelli con cui mi sta guardando Benedetta adesso.
Faustino quel giorno mi rivolgeva parole tenere ed affettuose se paragonate a quelle che mi sta rivolgendo Benedetta adesso.
Sento una voce: “non te la darà nemmeno nel 2040!”
Ovvio. Me la aspettavo questa stoccata.
Solo che non è la voce di Andrea.
Mi volto.
È la voce di Ilde.
Mi guarda col sorrisetto beffardo, saputello. Lo stesso di Andrea.
Sento un’altra voce: “… neanche lei!”
Ovvio me la aspettavo questa seconda stoccata. Non me la darà la Strafiga. Non me la darà neanche Benedetta.
Solo che non è la voce di Andrea e non capisco da dove arrivi.
Mi guardo intorno e non vedo nessuno.
Guardo meglio.
È Irma.
Dal suo seggiolone.
Mi guarda col sorrisetto beffardo. Saputello. Lo stesso di Andrea.
“ … neanche lei!” Sono state le sue prime parole.
Ovviamente non poteva dire una cosa tipo “mamma”? “Papà?” “Bombo”? “Pupù”?”
No.
Doveva dire “… neanche lei!”
Irma.
La figlia di Andrea.
Andrea la prende in braccio.
I lucciconi agli occhi.
L’orgoglio di papà.
PS: Vi scrivo da Amsterdam. Fatti recenti mi hanno convinto riguardo alla necessità di venire a trovare alcune mie amiche.
FINE
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