scala quaranta

Racconto umoristico: “Da (a)mare” (puntata 5 di 10)

scala quarantaCarte.
Scala quaranta.
Pelare. Scartare. Pelare. Scartare. Pelare. Scartare.
Fausto non fa che lamentarsi. La sfortuna lo attanaglia. Si accanisce su di lui. Infame.
Pelare. Scartare. Pelare. Scartare. Pelare. Scartare.
Gli servono sempre le carte che non può pelare. Ogni due di fiori, sette di cuori, cinque di mattoni sembrano l’unica via verso una dignitosa quanto inevitabile sconfitta.
Scuote la testa. Impreca.
Poi apre e chiude.
Vince.

Puntualmente.

Così.
Senza smettere di lamentarsi un secondo.

Puntualmente.

Non meno di due jolly in mano.
Senza smettere di lamentarsi un secondo.
Una cosa che urta il cervello, peggio del gesso sulla lavagna, peggio di Sgarbi in televisione.

Mi ritiro adducendo un improvviso quanto lancinante mal di testa.
– Mi sdraio – dico.
In concreto, mi rannicchio. Stendere le gambe è un lusso di lustri passati.
Continuo ad ascoltare gli altri che giocano.
Puntualmente Fausto si lamenta.
Puntualmente Pasquale sacramenta.
Puntualmente Claudio viene offeso. Bottiglia alla mano, scambia donne per gobbi (neanche fosse a Casablanca), fiori per picche, cuori per mattoni, e, tra una mano e l’altra, si assopisce.
– Deficiente, sta a te!
– Ah! Scusate! – tracanna un sorso di birra.
Scarta.
– No, quella attacca!
– Ah! Scusate! – tracanna un altro sorso di birra.
Scarta.
– Anche quella!!!

Insomma. Dopo venti minuti di scala ubriaca tigromutandata sacramentante il mal di testa simulato si diffonde. Epidemicamente.

… continua…

2 commenti su “Racconto umoristico: “Da (a)mare” (puntata 5 di 10)”

    1. Ricordo occhi sbalorditi … vaff****** nemmeno troppo sottaciuti (ma apprezza lo sforzo… ci provavo!) …gente che si è fatta internare in psichiatria (a Toronto)… gente pronta alla rissa (la gagg) … e un taccuino su cui volavano numeri e offese!

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