E proprio su Corso Italia impariamo una grande lezione di vita da insegnare ai posteri: se hai intenzione di percorrere il chilometro che divide Ponte di Mezzo dalla stazione in meno di tre ore, evita Corso Italia, evitalo come la morte! Appena vedi una traversa, infilatici e non voltarti mai indietro!
Dapprima veniamo fermati dai comunisti combattenti che cercano di affibbiarci un invito per una riunione dalla quale sembra dipendere il destino del mondo. Che noi abitiamo in un’altra regione, nemmeno confinante con la Toscana, ed abbiamo il treno mezzora dopo, mentre la riunione si terrà l’indomani, non pare loro rilevante. Al che, per liberarci di loro, accettiamo l’invito (ovviamente senza la minima intenzione di presentarci). Errore! I comunisti combattenti a questo punto vogliono nome, cognome, indirizzo, e-mail, numero di cellulare.
Se vedi un comunista combattente, scappa!!!
Passata questa bega, è la volta di un ragazzo col tesserino.
– L’ultimo libro che hai letto? È per un sondaggio.
Falso come Giuda! Dopo cinque minuti capiamo che trattasi di trappola, ordita per farci compilare un modulo per un abbonamento ad una qualche libreria di bassa lega.
Ci dileguiamo con la scusa del treno.
Il pericolo sembra scongiurato. Stiamo per cantare vittoria, quando ci accorgiamo che Corso Italia è disseminato di ragazzi e ragazze con il tesserino curiosi di sapere qual è l’ultimo libro che hai letto.
Arriviamo alla Feltrinelli ed è la volta degli scrittori autonomi senegalesi.
– Ehi, fratello!
Scopro che mio padre ha avuto relazioni extra-coniugali di cui non sapevo nulla.
– Compra uno dei nostri libri. Un’altra cultura. Costa poco, per il bene dei nostri fratelli in patria.
Scopro che la mia famiglia è molto allargata e compro il libro.
Altri ambulanti di colore.
– Un accendino, capo!
Scopro di avere dei dipendenti, pur essendo disoccupato.
– Non fumo.
– Come non fumi? Devi iniziare!
Dei dipendenti che, evidentemente, vogliono la morte del capo per subentrare al comando dell’attività.
– Un pacchetto di fazzoletti?
– No, grazie.
– Un braccialetto della fortuna. Hai un esame?
– No, grazie. Niente esami. Ho finito l’università.
– E che lavoro fai?
– Sto cercando.
– Prendi un braccialetto della fortuna e troverai lavoro.
– Via, proviamoci.
Compro un braccialetto.
– Grazie, fratello.
Anche te? Mio padre ha seminato discendenze. Io, con senso del dovere, mantengo i miei fratellastri.
Nei restanti trecento metri di corso incontriamo due clochard, un ragazzo con la fisarmonica, un gruppo chitarra e voce, un signore con la tromba, addirittura, due violini. Basterebbe chiedere ai clochard di fare un po’ d’esperienza ai piatti e si potrebbe metter su un’orchestra.
… continua…
Tutto vero, purtroppo!
Andrebbe ribattezzato Corso di chi non ha voglia di lavorare.
Cmq fossi stato in te avrei lasciato il curriculum al senegalese….vai a sapè…
… se sei a Pisa anche il prossimo anno… e… penso che ci sarai 🙂 …
mi troverai in prima fila a chiederti: “l’ultimo libro che hai letto?”
“…e penso che ci sarai…”
Grazie tante brutto *tr*n*o!
Puoi chiedermi cosa ti pare tanto io faccio sempre il tedesco che non capisce quello che gli viene chiesto.Funziona!
🙂
… se non fosse che so il tedesco: “Das letzen Buch hast du gelesen?” (cioè… una cosa simile… spero che la mia prof di tedesco delle superiori non stia leggendo… “Prof… ehm… lo so che non si scrive così… ho scritto male per scherzo…” 🙂 )
Nn solo in corso Italia ora il sondaggio per l’ultimo libro che hai letto te lo fanno anche a casa…ma si so imparati furbi questa domanda nn te la fanno e m’hanno fregata…ergo ho la tessera provvisoria di quella libreria…grr
Noooooooooooooooooooooooooooo!!!
Marià, ti hanno fregata!!!
“ma si so imparati furbi”…complimenti per l’italiano….
mariangela, ma digli qualcosa a daniele!!!