Io e mia sorella usciamo venti minuti dopo.
Io completamente innamorato e con il numero di cellulare della mia futura sposa (“non vedi che ti ha dato un numero con una cifra in meno??? Uomini …”, dice mia sorella, distruggendo all’istante un amore avviato e serissimi progetti matrimoniali).
Mia sorella con una busta di Kiko. Ombretto. Tre euro.
Non poteva tornare a casa a mani vuote.
Non poteva.
Non poteva.
Non poteva.
Semplicemente non poteva.
Comunque sono orgoglioso di lei. Non pensavo che ce l’avrebbe fatta. Non faccio in tempo a terminare di formulare il pensiero che cambia di nuovo improvvisamente direzione. Entra da Tezenis. Così. Senza dire una parola. Un colpo di testa. Di nuovo.
– Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ci sono dei reggiseni strabellini! Costano pochissimo! Non mi ricapita più!
– Ma non avevi detto che non potevi spendere nemmeno un centesimo?
– Dai, fammi un prestito! Giuro che ti rendo tutto! … Prima o poi …
Torniamo a casa alle 17. Avrò a vita l’incubo dell’orario continuato.
Totale negozi sulla nostra strada da Kiko al parcheggio: trenta.
Totale negozi in cui ha fatto acquisti da Kiko al parcheggio: ventinove. Uno era “Pino, l’idraulico”. Lì non ha comprato niente. Ma è comunque voluta entrare.
Totale spesa: duecentoottantatre euro (duecentoottantasei, considerando i tre di Kiko).
Totale buste: trentacinque. Sembriamo due sfollati.
E ad ogni acquisto, presa da esaltazione, mi prometteva: è un affare davvero! Un investimento! Tutto scontato! Ti renderò tutto! Non potevo perdere l’occasione della vita! Non mi ricapiterà mai più! È l’ultimo modello! Ti rendi conto?! Ti renderò tutto!
FINE
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hum… perché non Yamamay, ad esempio? ^_^
… ad esempio 😛